San Zeno

La basilica di San Zeno, chiesa del santo protettore di Verona, si contende i favori dei veronesi con il Duomo. Quando Zeno, tra i primi vescovi ed evangelizzatore di Verona morì del 380 d.C., venne sepolto nella grande area cimiteriale che sorgeva ai lati della via Claudia Augusta. La sua tomba divenne presto luogo di culto e su di essa venne edificata una chiesa che andò via via ingrandendosi nel corso dei secoli nonostante le continue devastazioni operate dalle invasioni barbariche. La zona infatti rimase fuori dalle mura cittadine fino all'epoca comunale tanto che per cercare un po' di difesa, l'area attorno alla chiesa si era dotata di proprie mura delle quali oggi si conserva una torre.
A seguito del devastante terremoto del 1117 al quale pochi edifici resistettero (anche l'Arena fu pesantemente danneggiata), la chiesa venne sostanzialmente ricostruita in quel perfetto stile romanico che ancora oggi ne caratterizza la facciata.
Nel frattempo San Zeno era diventato un importante abbazia benedettina. Grazie ai lasciti e diritti che i vari imperatori che si succedevano alla guida del Sacro Romano Impero le concedevano divenne ricca e influente. Dei numerosi edifici dell'adiacente abbazia oggi si conserva solo il chiostro.

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La Facciata

La facciata di San Zeno è un vero e proprio manuale di architettura romanica: struttura a capanna, archetti ciechi e rampanti, bifore con colonnine binate, lesene, un grande rosone e l'elegante protiro sorretto da leoni stilofori.
I differenti materiali, tufo, calcare della Valpolicella rosso, rosa e bianco, creano una perfetta armonia cromatica.
L'impianto decorativo è sobrio. Ai lati del portale bassorilievi con scene del nuovo e dell'antico testamento realizzate dai maestri Guglielmo e Nicolò. Ad esse si aggiungono due scene profane: il duello tra Odoacre e Teodorico e la leggenda della morte di Teodorico con la "caccia infernale".
Nella lunetta del Protiro un bassorilievo raffigura San Zeno che benedice fanti e cavalieri, l'esercito di Verona in età comunale. Nelle travi del protiro un calendario per immagini di lavori agricoli.
Il rosone è invece decorato con sei scene della ruota della fortuna che raffigura sei differenti stati dell'uomo che possono cambiare al volgere del fato, da re, a povero disperato.

L'Interno

Anche l'interno di San Zeno conserva la tipica struttura romanica tripartita: chiesa plebana, chiesa presbiteriale e cripta. Il fedele, entrando in chiesa, al cospetto di Dio deve prendere coscienza dei suoi peccati e fare atto di umiltà scendendo alcuni gradini. Egli si trova così in basso, nella chiesa plebana, dalla quale attraverso un percorso spirituale di penitenza e preghiera risalirà verso la chiesa presbiteriale posta più alto. In linea diretta sotto l'altare vi è la cripta. In essa sono esposte le spoglie mortali del padre spirituale della chiesa, San Zeno, che la sostiene simbolicamente e spiritualmente.

La Bibbia dei Poveri

La chiesa di San Zeno, da sempre cuore di uno dei quartierei più popolari e tradizionali di Verona. Essa è caratterizzata da una singolarissima commistione di sacro e profano. Le immagini che l'abbelliscono hanno una particolare semplicità espressiva e una grande forza comunicativa. Chi in passato frequentava la chiesa erano i poveri analfabeti dell'oscuro medioevo veronese i quali, incapaci di leggere o comprendere il latino dei sacerdoti, imparavano le Scritture dai semplici affreschi che ricoprono le pareti della chiesa detti appunto "la Bibbia dei poveri".
Alla fine della navata di sinistra, la statua del "San Zen che ride", è ormai uno dei simboli veronesi più amati dai cittadini.

Il Portale Bronzeo

Tra i "gioielli" storico-artistici di San Zeno vi è sicuramente il celebre portale bronzeo. Si tratta di un portale composto da 48 formelle bronzee tenute assieme da una cornice lavorata. E' un'opera misteriosa e di grande impatto, che con le sue forme arcaiche ci porta indietro nel tempo nel cuore del medioevo.
Molti sono gli interrogativi ancora irrisolti di fronte a quest'opera, primi tra tutti quelli relativi agli autori, sicuramente più d'uno e probabilmente in epoche diverse, a partire forse da prima dell'anno mille.
Le formelle rappresentano scene dell'Antico e del Nuovo Testamento, assieme ad alcune scene della vita di San Zeno tra cui un esorcismo, pratica per cui il santo veronese è famoso. Vi sono poi alcune formelle il cui reale significato rimane avvolto nel mistero come ad esempio la donna che allatta lucertole o il monaco scultore.
Nonostante lo stile molto rozzo, che fa quasi pensare ai lavori in plastilina di un bambino, vengono adottate alcune soluzioni espressive che lasciano sconcertati per modernità e libertà espressiva, quasi fumettistica, degli autori.

La Pala del Mantegna

Altro capolavoro assoluto, non solo nel panorama veronese, ma di valore universale, è la grande pala d'altare realizzata da Andrea mantegna nel 1465. Un'opera "totale", come si direbbe con un azzardo forse un po' troppo moderno, che è pittura, scultura e architettura al tempo stesso, integrandosi perfettamente nella stessa struttura della basilica.
Fu realizzata da Mantegna poco prima di diventare pittore di corte presso i Gonzaga e a lungo fu una delle sue poche opere visibili al pubblico e non chiuse nelle collezioni private dei signori di Mantova.
L'opera di Mantegna, forse messa un po' in ombra dalla scuola fiorentina e romana del secolo successivo, è stata tra le più influenti del Rinascimento e a Verona creò grande stupore nel pubblico e negli artisti locali che si affrettarono a imitare il nuovo e rivoluzionario stile del maestro padovano.

La basilica di San Zeno può essere meta di una visita guidata con le guide turistiche di Verona o parte di un più ampio itinerario alla scoperta di Verona e delle sue chiese. Può diventare un fondamentale strumento didattico per le scolaresche in gita a Verona che vogliano approfondire gli stili architettonici e artistici. Per maggiori informazioni o per prenotare una visita guidata con le guide turistiche di Verona: