Verona Città Fortezza

Fin dalla sua fondazione in epoca romana e ancora prima, Verona ha sempre avuto un fondamentale ruolo strategico grazie alla posizione di congiunzione tra monti e pianura, al centro di vie di comunicazione che attraversano il nord della penisola italiana da est a ovest, da nord a sud. Ciò ha fatto sì che tutti coloro che nel corso dei secoli, per breve o lungo tempo, ebbero il governo della città, si industriassero per dotare Verona di fortificazioni che rendessero la città sicura e in grado di resistere ad attacchi che in ogni momento avrebbero poturo raggiungerla. Fortificazioni ogni volta all'avanguardia dal punto di vista architettonico, in grado di resistere alle nuove tecnologie belliche che si sono sviluppate nel corso dei secoli, hanno avvolto e protetto la crescita urbana e i cambiamenti di Verona per più di duemila anni. Dall'epoca romana a quella asburgica, a Verona ancor oggi sono numerose le testimonianze di architettura militare che, grazie agli itinerari turistici organizzati dall'Associazione Guide Turistiche di Verona, possono essere ammirate in vari itinerari che di volta si concentrano su uno o più periodi storici.

Le Fortificazioni Romane

Nonostante i duemila anni trascorsi, i resti delle fortificazioni di epoca romana sono ancora abbondanti e in molti punti visibili nel centro storico di Verona e permettono di farsi un'idea molto chiara delle strutture difensive della prima struttura urbanistica della città. In più punti sono ancor oggi visibili resti del muro di cinta che chiudeva l'ansa del fiume Adige. Di particolare interesse sono propri i tratti delle cosiddette Mura di Gallieno, il restauro avvenuto in soli sei mesi nel 275 d.C. sotto la minaccia dell'invasione alemanna. Ampi tratti di muro sono visibili in più punti della città nel caratteristico materiale composito che fu raccolto nella fretta dell'operazione: lapidi con iscrizioni, decorazioni, statue, ciottoli, ecc. Di notevole interesse sono anche le due porte di accesso, oggi denominate Porta Borsari e Porta Leoni, che ancora segnano gli ingressi principali alla città di Verona in epoca romana.

Le Mura Comunali e Scaligere

Dall'epoca romana, se si esclude il rifacimento di tratti del muro da parte di Teodorico il Grande ( V secolo), il più importante intervento di fortificazione della città si ebbe in età comunale, attorno all'XII secolo. Poco rimane di quel'intervento in semplice muratura: un piccolo tratto in pietra riscoperto all'interno di Castelvecchio in occasione del restauro scarpiano, e una torre circolare "accuratamente" nascosta da edifici sorti in maniera inconsulta in epoca recente e che ora creano con essa un contrasto surreale. Ben più radicale fu l'intervento scaligero, ancor oggi ben visibile lungo tutto il lato meridionale di piazza Bra, dai portoni della Bra fino a ponte Aleardi e, con le sue torri difensive, lungo tutto il crinale delle Torricelle, le colline che proteggono Verona a nord. In questo intervento si inserisce lo stesso Castelvecchio, munitissima fortezza scaligera in riva all'Adige da cui prendeva l'acqua per il suo fossato e su cui si estende ancor oggi il ponte scaligero fortificato con le sue torri e merlature.

La Cinta Veneziano-Austriaca

È in epoca veneziana tuttavia che incomincia quel processo di massiccia fortificazione che renderà Verona una vera e propria fortezza inespugnabile fino all'annessione del Veneto al Regno d'Italia. Progressivamente era infatti stata introdotta la polvere da sparo, e l'evoluzione delle artiglierie aveva reso obsoleto il vecchio concetto di fortificazione costituita da un muro alto e piuttosto sottile, rinforzato di tanto in tanto da torri e porte d'accesso, che rappresentava una semplice barriera all'ingresso di uomini a piedi, frecce, lance e al più qualche debole colpo di catapulta. La nuova tecnologia bellica richiedeva un cambiamento radicale con l'introduzione di bastioni e di ulteriori accorgimenti architettonici. L'impresa a Verona fu affidata a Michele Sanmicheli, geniale e meticoloso architetto militare, originario di Verona e formatosi alla scuola del Sangallo e Sasovino. Michele Sanmicheli aveva già realizzato alcuni tra i più importanti sistemi difensivi per Venezia e per le sue colonie commerciali sparse per il Mediterraneo. Oltre alla funzionalità della sua opera, la grandezza del Sanmicheli sta nell'aver abbellitto la cinta muraria di Verona con meravigliose porte monumentali che sono magnifici esempi di architettura rinascimentale: Porta Nuova, Porta Palio e Porta San Zeno.

La completa trasformazione di Verona in città-fortezza si ebbe tuttavia con l'annessione del Veneto e quindi di Verona all'Impero Asburgico a partire dal 1815. Verona divenne la capitale dei possedimenti austriaci nella penisola italiana, centro logistico per un vasto esercito dove venivano realizzati equipaggiamenti, forniti i viveri e curati i feriti. Oltre al rafforzamento della cinta muraria Verona venne quindi dotata di un Arsenale, di un centro per il vettovagliamento, la caserma Santa Marta e di un ospedale militare dove vennero ricoverati molti dei feriti delle cruente guerre d'indipendenza: Custoza, San Martino e Solferino. Ancora oggi questi edifici sono testimonianza della cura asburgica per la funzionalità e l'austera estetica che prese ispirazione e integrò gli stili propri di Verona: il romanico e il gotico. Ancora oggi la cinta muraria veneziana-austriaca, rappresenta un vero e proprio parco storico, tanto da essere entrata nella motivazione della designazione di Verona a Patrimonio dell'Umanità UNESCO.

Numerosi itinerari possono essere organizzati lungo il terrapieno realizzato dagli austriaci, con la possibilità di visitare i bastioni, i muri alla Carnot ad essi prospicenti, le polveriere e alcuni dei forti cittadini come il forte San Mattia, San Leonardo e Santa Sofia.

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